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Reggello e il suo paesaggio
Situato all'estremo est della Provincia di Firenze, nel cuore della Toscana, Reggello ha una notevole estensione territoriale ed occupa l'area che dal fondo della valle dell'Arno risale lungo le pendici della dorsale montana del Pratomagno, passando da 103 mt. slm. fino all'altezza massima di 1.537 mt. sul Poggio dell'Uomo di Sasso.
Il paesaggio è vario, con mutamenti anche repentini nelle diverse altitudini. A valle le balze plioceniche (calanchi) affiancano superfici coltivate e moderni centri abitati. La fascia collinare è caratterizzata invece dalla sistemazione a terrazze con coltivazione intensiva di vite e, soprattutto di olivo; a Reggello si produce l'olio extra vergine di oliva del Pratomagno, un olio di qualità, accuratamente selezionato, prodotto nei numerosi frantoi con rigorose tecniche di spremitura "a freddo". Seguono boschi di latifoglie, tra cui castagneti e querceti e, a quote più elevate, boschi di faggio e di conifere. Degna di nota le foresta demaniale di San Antonio, di circa mille ettari, situata nel versante occidentale della catena del Pratomagno. Importante anche la foresta di Vallombrosa in quanto riserva naturale biogenetica, ricca di boschi di conifere, la sua storia è legata alla presenza dei monaci dell'omonima Abbazia. Al suo interno l'arboreto sperimentale, che racchiude 3200 esemplari di 1200 specie diverse provenienti da tutto il mondo. Tutta la zona è ricca di torrenti e sorgenti, alcune delle quali hanno anche qualità terapeutiche.
L'Abbazia di Vallombrosa
si trova in località Acquabona, proprio nella foresta; il primo insediamento dei monaci risale al 1008 ma pochi anni dopo nacque la congregazione dei monaci vallombrosani, seguaci della regola di San Benedetto basata sul precetto "ora et labora". L'abbazia si può visitare in alcune sue parti e molto interessante è la farmacia e i laboratori annessi dove vengono prodotti tantissimi rimedi naturali ed erboristici.
Il Castello di Sammezzano
deve la sua particolare architettura ed il suo aspetto esotico agli interventi effettuati nell'800 da Niccolò Panciatichi, erede degli Ximenes precedenti proprietari. Il Panciatichi era un grande estimatore della cultura e dell'architettura araba: all'esterno infatti la villa ricorda il Taj Mahal mentre all'interno le sale, sono ispirate all'Alhambra di Granada.
Il castello ha un parco, tra i più grandi di Toscana. Vi furono impiantate specie esotiche e rare; tra le altre vi sono anche 57 sequoie adulte di più di 35 metri di altezza e una di queste ha ua circonferenza di circa dieci metri.
Attualmente solo il parco è visitabile.
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